Rosari mariani tedeschi
e la "Lode bellissima" di Milano
Notizie erudite sui “rosari” tedeschi si trovano negli Hymni latini medii aevi, 1854. Spiegano il loro significato che è diverso rispetto alle corone di Ave Maria e Pater Noster recitate comunemente. È quello di roseto, luogo ricoperto di rose, ghirlanda, coccarda ... di canti o poesie, di laudi in versi latini o in volgare.
Negli Hymni l’autore, Franz Joseph Mone, storico della letteratura e delle religioni di Karlsruhe († 1871) ricorda il salterio mariano di S. Bonaventura († 1274) perché è stato molto diffuso e utilizzato e presenta diversità nei vari codici. In un manocritto di Magonza si legge la prefazione:
Suscipe, regina coeli, quae mente fideli | cantica de psalmis offero sumpta sacris |cumque salutaris in eis et magnificaris, | pauperis atque rei sis memor oro mei ...
Ricevi, Regina del Cielo, tu che sei fedele nella mente, | i canti che offro presi dai salmi sacri | e poiché in loro è la salvezza e tu sei magnificata, | ti prego, sii consapevole della mia povera situazione ...
Il salterio mariano di Sant’Alberto Magno († 1280) invece non è frequente come quello di San Bonaventura e in un codice viene attribuito a Sant’Agostino per il fraintendimento dell’abbreviatura del nome. Il preambolo recita: Incipit prologus in Psalterium Dei genitricis Mariae virginis – Inizia dal prologo al salterio della Vergine Maria madre di Dio.
Altro autore di canti mariani è l’abate Engelberto di Admont († 1331), benedettino, nativo della Stiria. Scrisse un “Rosarium Marie” conservato a Monaco di 150 strofe, che iniziano tutte con Ave rosa, in 3 divisioni di 50 strofe ciascuna. Ogni divisione è preceduta da altre 10 stanze. Inizia con:
O Messia, vitae via, | verus deus, verus ya | riga cordis intima ...
O Messia, via della Vita, | vero dio, vero ya [Iahvé, dall’ebraico] irrora l’intimo del cuore ...
Tuttavia, precisa l’autore, in un manoscritto del XV secolo di San Pietro a Salisburgo (monastero dove Engelberto fu il primo abate) il poema diventa salterio di Maria; si può vedere pertantoa come il nome Rosarium nel manoscritto di Monaco sia stato attribuito per le parole iniziali: Ave rosa.
Monsignor Mone fa seguire altri esempi, tra i quali quello di un codice di San Paolo in Carinzia del XV secolo con una revisione in prosa dei salmi con questo inizio:
Beatus vir, qui diligit nomen tuum, virgo Maria, gratia tua animam ejus confortabit – Beato l’uomo che ama il tuo nome, vergine Maria, la tua grazia rafforzerà la sua anima.
In un cartulario di Magonza invece si dice alla fine: S. Augustinus auctor hujus dictaminis – S. Agostino è l’autore di questa regola. Comincia con:
Ad regales vocatus nuptias | inter mensae coelestis copias | ad reginae coeli delicias | laudis hujus libo primitias.
Invitato alle nozze reali | tra la mensa dell’esercito celeste | alle delizie della Regina del Cielo | gusto le primizie di questa lode.
Nello stesso codice, un altro salmo mariano del XIV secolo inizia:
Nata dei, miserere mei, lux alma diei. | Ave beatissima, | origo conditoris, | virgo fecundissima, | praelata coeli choris | Ave, quae ut cedrus excrevisti, | quando deum peperisti.
Nata da Dio, abbi pietà di me, gentile luce del giorno. | Salve beatissima, | origine del Creatore, | vergine fecondissima, | preferita alle danze del cielo. | Salve, sei cresciuta come un cedro | quando hai partorito Dio.
Monsignor Mone quindi riporta un inno del rosario di un codice di Monaco del XV secolo con il principio: O Maria florens rosa – O Maria rosa fiorente; e un manoscritto nell’archivio di Karlsruhe con un Rosarium di Iodoco Beisseln, “viri germani”. Il preambolo inizia: Quisquis amat roseam genitrici offerre coronam virgineae, hoc dicto carmine purus erit ... – Chi ama offrire una rosea ghirlanda virginea alla genitrice sarà puro con questa poesia.
Secondo la nota finale, il poeta fu un cittadino di Aquisgrana (civis Aquensis), licenziato al liceo di Lovanio, in vita ancora nel 1493.
Altro esempio dell’autore degli Hymni è un rosarium ex floribus vitae et passionis d. n. Jesu Christi consertum, rosis quoque quinque gladiorum virginis intemeratam intertextum – una ghirlanda dai fiori della vita e passione di N. S. Gesù Cristo, intrecciata con le rose e con le cinque spade della vergine incorrotta – composto in stanze saffiche da Sebastian Brant († 1521); sta nel suo Carmina in laudem gloriosae v. Marie ed ha anche una traduzione tedesca.
Segue con sorpresa un ‘pezzo forte’ davvero bello: un canto del rosario italiano da un foglio volante da Milano. Lo riportiamo:
Lode bellissima alla B. V. Maria del S. Rosario
Al rosario su venite,
tutti ch’il ciel bramate
e che il ben desiderate,
su venite e poi gioite.
Al rosario, gran signori,
che ricchi vi farete
e da lei riceverete
delle grazie i suoi tesori.
Al rosario voi, che siete
allevati in povertade,
da Maria in caritade
ajutati pur sarete.
Al rosario voi mercanti
con l’ajuto di Maria,
sempre in vostra compagnia
vi darà i gaudj tanti.
Al rosario artigiani,
che i sudori qual patite,
e gli stenti, che soffrite
non saranno giàmai vani.
Al rosario voi soldati
sotto il manto di Maria,
che per ogni luogo e via
voi sarete assicurati.
Al rosario maritate
con l’esempio di Maria,
mostrerà, quanto ben sia
immitar le sue pedate.
Al rosario vedovelle,
che Maria sempre vi vuole
consolarvi, come suole
far con tutte l’altre belle.
Al rosario travagliati,
voi afflitti, voi dolenti,
che per lei sempre contenti
resterete consolati.
Al rosario marinari
con la vostra fida stella,
è Maria si chiara e bella,
che raffrena tutti i mari.
Al rosario pellegrini,
a Maria, ch’è vostra guida,
che con la sua scorta fida
vi torrà dagli assassini.
Al rosario verginelle
alla vostra alma regina,
tutt’ il mondo a lei s’ inchina,
sole e luna ed altre stelle.
Al rosario voi infermi,
sordi, muti, ciechi e zoppi,
che voi tutti senza intoppi
viverete sani e fermi.
Al rosario peccatori
a Maria, chè sì clemente,
che perdono a chi si pente,
otterà de’ suoi errori.
Al rosario giusti e santi,
a lodar sempre Maria,
e con grata melodia
frequentate questi canti
al rosario giusti e santi!
Raccolto e tradotto da Paola Ircani Menichini,
26 giugno 2022. Tutti i diritti riservati.
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